CROCIATE/ Quell’”intreccio” di miracolo e di peccato per liberare le terre di Cristo
Nel novembre 1095 un’immensa folla di fedeli si radunò a Clermont, in Francia, in occasione del Concilio, e udì da Papa Urbano II il racconto dei raccapriccianti eventi che si andavano consumando in Asia Minore e in Terra Santa. L’esercito bizantino, per secoli invitto, era stato solennemente sconfitto nel 1071 a Manzikert dai Turchi Selgiuchidi. Da lì, i Turchi avevano proseguito la loro avanzata, strappando all’impero d’Oriente il controllo della Palestina e dell’intera penisola anatolica e giungendo alle porte di Costantinopoli. I cristiani in quelle terre vennero barbaramente torturati, i luoghi sacri profanati. L’imperatore bizantino aveva richiesto direttamente al papa rinforzi militari dall’Occidente. In risposta, Urbano II propose agli astanti a Clermont una grande spedizione militare come atto di carità in soccorso ai fratelli d’Oriente e per liberare al contempo quei siti, “impronta delle Sue orme sulla terra” – le crociate appunto, o passagium, secondo la terminologia dell’epoca.
di Martina Saltamacchia,
Ilsussidiario.net,
21/05/14