Archivi per il mese di: Maggio, 2015

Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». 

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rm 8, 14 – 17).

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Diari di martiri nella Cina di Mao

Quattro testimonianze dirette delle persecuzioni degli anni Cinquanta e Sessanta, per la prima volta raccolte in un libro. Con il racconto di messe e comunioni celebrate

di Sandro Magister| chiesa.espresso.repubblica.it | 23 maggio 2015

Le Corbusier: abitare bene in una cella

Machine à habiter, la definizione data da Le Corbusier del luogo d’abitazione, evoca immagini meccaniche. Ma in realtà queste hanno solo in parte a che vedere con le idee del grande architetto razionalista. Machine à habiter, la definizione data da Le Corbusier del luogo d’abitazione, evoca immagini meccaniche. Ma in realtà queste hanno solo in parte a che vedere con le idee del grande architetto razionalista. Lo spiega Marida Talamona, docente di Storia dell’architettura all’università Roma Tre: «Il concetto stesso dell’abitare è fondato da Le Corbusier sul modello monastico.

di Leonardo Servadio | avvenire.it | 23 maggio 2015

Tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare.

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» (At 2, 1 – 11).

Papi inesistenti

Pubblichiamo quasi integralmente, in una nostra traduzione, un articolo uscito su «Abc» del 18 maggio scorso. «La difesa del capitalismo fa parte del nucleo della dottrina sociale della Chiesa?» si chiede provocatoriamente lo scrittore spagnolo, premio Planeta 1997, commentando alcuni recenti attacchi a Papa Francesco. In realtà, continua Prada, da settori neocon e filo-liberali si cerca di far passare tra i cattolici più distratti la convinzione che le dichiarazioni di Bergoglio su questioni sociali ed economiche sostengano tesi marxiste, diffondendo anche in questo modo un’immagine falsa del Pontefice.

di Juan Manuel de Prada | osservatoreromano.va | 20 maggio 2015

Theobald: ospitalità, via maestra delle fedi

La simmetria – legge fondamentale di ogni incontro autentico – non è un qualcosa che si acquisisce di un primo acchito, soprattutto a causa dei pregiudizi che gli uomini si impongono vicendevolmente, sia da un punto di vista sociale che religioso. Vi è perciò la necessità di attraversarli perché a un dato momento le due persone possano accedere all’esperienza di una vera simmetria, prima ancora che si possa parlare di reciprocità.

di Christoph Theobald | avvenire.it | 19 maggio 2015

“K” come Kyrie eleison

Questa antica preghiera della liturgia cristiana non è solo la richiesta di essere perdonati ma anche di essere voluti bene

Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,15 – 20).

La crisi del dio americano

Tanti fra noi si saranno meravigliati la prima volta che si sono accorti di quella scritta sul biglietto verde da un dollaro: In God we trust, noi confidiamo in Dio. Una scritta che non potremmo mai nemmeno immaginare di vedere su un biglietto da cinque euro, non perché gli americani abbiamo più fede degli europei, ma per la natura, radicalmente diversa, delle due monete.
di Luca Doninelli | il sussidiario.net | 13 maggio 2015

L’italiano nella Messa? Elegante ma con qualche errore (concesso)

In molti si commossero, cinquanta anni fa, per la prima Messa in italiano. Raccontò lo stupore anche Paolo VI che aveva presieduto quella storica Eucaristia nella lingua del popolo fra le navate della parrocchia di Ognissanti a Roma il 7 marzo 1965. «C’era chi disse: finalmente si può capire e seguire la complicata e misteriosa cerimonia; finalmente il sacerdote parla ai fedeli e si vede che agisce con loro e per loro». Fu una rivoluzione la Messa in italiano. Ed era figlia della riforma liturgica scaturita dal Concilio Vaticano II. In mezzo secolo il rito è già stato rivisto più volte: siamo già alla terza editio typicain latino che presto porterà alla terza traduzione italiana del Messale romano.

Giacomo Gambassi | avvenire.it | 10 maggio 2015

Parigi non vale una messa

Questione di metri e di stazza, insomma. Se la statua non fosse stata così “vistosa”, se l’arco a sormontare il volto rotondo di Giovanni Paolo II non fosse stato così largo, se quella croce non fosse stata messa in cima, ecco che allora il monumento non avrebbe infranto le rigorose leggi del 1905 sulla separazione tra stato e religione. Ma visto che l’opera artistica ha una croce e che chiaramente rimanda al culto cattolico, va ridotta in pezzi. Rasa al suolo.

di Matteo Matzuzzi | ilfoglio.it | 10 Maggio 2015

“Dio non poteva essere dappertutto, così ha creato le madri.”

(Proverbio ebraico)

Il Dio della speranza e il nostro futuro

Questa sera alle ore 20.45, presso il Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo, il teologo protestante tedesco Jürgen Moltmann terrà una lectio sul tema «Pensare la speranza. Credere nel futuro per vivere nel presente». La serata si tiene nell’ambito di Bergamofestival, quest’anno dedicato al tema «Fare la pace» e in corso fino al 24 maggio (info: www.bergamofestival.it). Moltmann, uno dei più noti teologi del secondo ’900, discepolo di Ernst Bloch e famoso per la sua opera «Teologia della speranza» (Queriniana, 1970), sarà introdotto da don Massimo Epis, direttore della Scuola di teologia del Seminario vescovile di Bergamo e vicepreside della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale. Qui pubblichiamo un estratto della sua lectio.

Di Jürgen Moltmann | avvenire.it |9 maggio 2015

Anche sui pagani si è effuso il dono dello Spirito Santo.

Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!». Poi prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni (At 10, 25 – 27. 34 – 35. 44 – 48).

Pascal e il Dio nascosto

Doveva essere una serrata Apologia del Cristianesimo e riuscì un insieme frammentario di acute meditazioni, lampi di moralista, sguardi sull’infinito, ma nulla di compiuto, quasi lo scrivere fosse l’intermittenza di un rivelarsi che continuamente s’allontana: «Scriverò qui i miei pensieri senza ordine, ma non forse in una confusione senza progetto. È questo il vero ordine, che impronterà il mio oggetto con il disordine stesso. Farei troppo onore al mio oggetto se lo trattassi con ordine, poiché voglio dimostrare che esso non ne è capace» [B373]; «Il caso fornisce i pensieri e il caso li toglie; non v’è arte alcuna né per conservarli né per acquisirli.

Carlo Ossola | avvenire.it | 4 maggio 2015

(1Gv 3,18-24) 
Questo è il suo comandamento: che crediamo e amiamo.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. 
In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chiediamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.

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