Archivi per la categoria: Mariologia

Da sempre Tutta Santa

La Vergine Maria? “Da sempre senza macchia”. «Escludiamo dunque la santa Vergine Maria, nei riguardi della quale per l’onore del Signore non voglio si faccia questione alcuna di peccato»: così spiega sant’Agostino a proposito dell’assenza di peccati nella Madre di Gesù (Theotokos). Affermazione che si tramanda fin da principio e dai primi secoli del cristianesimo, in un continuo work in progress giunto alla definizione dogmatica dell’Immacolata Concezione nel 1854 da Papa Pio IX . E ancora Agostino: «Infatti da che sappiamo noi quanto più di grazia, per vincere il peccato sotto ogni aspetto, sia stato concesso alla Donna che meritò di concepire e partorire colui che certissimamente non ebbe nessun peccato? Eccettuata dunque questa Vergine, se avessimo potuto riunire tutti quei santi e quelle sante durante la loro vita terrena e interrogarli se fossero senza peccato, quale pensiamo sarebbe stata la loro risposta?» (Sant’Agostino, La natura e la grazia).

di Roberto Cutaia | osservatoreromano.va | 7 dicembre 2021

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Il dogma dell’Assunzione, espressione della Tradizione della Chiesa


(Cristina Siccardi) «Era necessario che colei, che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità, conservasse anche senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Era necessario che colei, che aveva portato nel suo seno il Creatore fatto bambino, abitasse nei tabernacoli divini. Era necessario che la sposa del Padre abitasse nei talami celesti. Era necessario che colei che aveva visto il suo Figlio sulla croce, ricevendo nel cuore quella spada di dolore dalla quale era stata immune nel darlo alla luce, lo contemplasse sedente alla destra del Padre. Era necessario che la Madre di Dio possedesse ciò che appartiene al Figlio e da tutte le creature fosse onorata come Madre e Ancella di Dio», così dichiara il padre della Chiesa san Giovanni Damasceno (dopo il 650-750). Era necessario… la Fede cattolica è sempre una religione di logica, una religione di ragione, non di sentimentalismi. Tuttavia, l’uomo credente, in terra, non giungerà mai alla “perfetta scientificità” della Fede, essendo solo il Creatore Onnisciente e rimarrà sempre, per lui, una porzione di Mistero. Altrimenti che Fede sarebbe?

di Cristina Siccardi | corrispondenzaromana.it | 11 agosto 2021

Religiosità e criminalità. Liberare la Madonna dalle mafie. Messaggio di Papa Francesco

La devozione mariana va salvaguardata da una religiosità fuorviata. Nel mirino «gli inchini» delle statue ai boss nelle processioni e la presenza dei clan nelle feste patronali

di Filippo Rizzi ed Enrico Lenzi | avvenire.it | 20 agosto 2020

Il «doctor mellifluus» che risplendeva in Maria

«Quando ebbe ingenerato il terzo figliuolo, cioè Bernardo, portandolo ella ancora nel ventre, vidde un sogno, ch’era profezia di quelle cose che doveano essere di lui, cioè un catello (dal latino catĕllus, cagnolino) bianco. La quale cosa quando ella ebbe detta a un santo uomo, quelli, quasi profetando, le rispuose: “D’uno ottimo catello sarai madre, il quale sarà guardiano de la casa di Dio, e abbaierà grandemente contra li nemici, e sarà un nobile predicatore, e molti ne guarrà con la grazia di Dio, con la sua lingua medicinale”».

di Roberto Cutaia | ossevatoreromano.va | 19 agosto 2020

Due cardinali e altri quattro vescovi chiedono il nuovo dogma mariano

Il 22 agosto 2019, la festa della regalità di Maria, due cardinali e altri quattro vescovi hanno scritto una “lettera aperta a papa Francesco” chiedendogli di proclamare “il grande ruolo che la Vergine Maria ebbe nel piano divino della Redenzione” (1). I due cardinali sono Juan Sandoval, arcivescovo emerito di Guadalajara, in Messico, e Telesphore Toppo, arcivescovo emerito di Ranchi, in India. Gli altri quattro firmatari sono l’arcivescovo Felix Job, arcivescovo emerito di Ibadan, in Nigeria; Il vescovo John Keenan di Paisley, in Scozia; Il vescovo David Ricken di Green Bay, Wisconsin, Usa; e il vescovo Antonio Baseotto, C.SS.R, vescovo emerito dell’ordinariato militare argentino

di Robert Fastiggi | vatican.insider.lastampa.it | 11 ottobre 2019

La chiesa può fare di tutto, ma prendersela con la Madonna è un po’ troppo

Si può pure ridiscutere la teologia del corpo di Giovanni Paolo II, ma che si possa riformare dannando Maria “vergine madre, figlia del tuo figlio”, questa è un po’ grossa

di Giuliano Ferrara | ilfoglio.it | 14 marzo 2019

Così la devozione a Maria negli antichi papiri egizi

Tracce dell’invocazione “Sub tuum praesidium” in fogli del 500-600 forse persino del 300 d.C

di Marco Stroppa | avvenire.it | 31 ottobre 2018

Dimora per l’avvento di Cristo

Nel calendario delle Chiese di tradizione bizantina le feste della Madre di Dio hanno nei titoli appellativi spesso presi dall’Antico Testamento e basati su una lettura cristologica che collega la Madre di Dio al mistero della salvezza nell’incarnazione del Verbo di Dio. La festa del 21 novembre, l’Ingresso della Madre di Dio nel tempio, ha un’origine legata alla dedicazione di una chiesa nella città santa di Gerusalemme. Molti aspetti della festa, presenti nei testi liturgici, vengono dal Protovangelo di Giacomo, un apocrifo che ha avuto un influsso notevole nella liturgia sia in oriente che in occidente.

di Manuel Nin | Osservatoreromano.va | 20 novembre 2017

“Rapiti” da Lourdes, di Bruno Forte

Che l’esperienza di Lourdes affascini e parli alla vita lo dimostra tra tante la testimonianza di Franz Werfel, scrittore conosciuto per i suoi molti lavori, tra cui I quaranta giorni del Mussa Dagh, dove narra in modo realistico e struggente uno degli episodi più significativi del genocidio armeno.

di Bruno Forte | zenit.org | 13 agosto 2017

Ecco perché maggio è il mese di Maria

Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. Dal Medio Evo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi, l’origine e le forme di una devozione popolare molto sentita.

di Riccardo Maccioni | avvenire.it | 3 maggio 2017

L’INNO AKATHISTOS

È uno tra i più famosi inni che la Chiesa Ortodossa dedica alla Theotokos (Genitrice di Dio).
Akathistos si chiama per antonomasia quest’inno liturgico del secolo V, che fu e resta il modello di molte composizioni innografiche e litaniche, antiche e recenti.”Akathistos” non è il titolo originario, ma una rubrica:”a-kathistos” in greco significa “non-seduti”, perché la Chiesa ingiunge di cantarlo o recitarlo “stando in piedi”, come si ascolta il Vangelo, in segno di riverente ossequio alla Madre di Dio.

http://www.maranatha.it | 14 agosto 2016

Indagine su Maria (Seconda parte)

Chi era, dove è nata, chi erano i suoi genitori, che cosa ha fatto, come ha vissuto, la madre di Gesù. Fra Felice Fiasconaro, racconta la vita della Madonna

di Antonio Gaspari | zenit.org | 27 maggio 2016

Indagine su Maria (Prima parte)

Chi era, dove è nata, chi erano i suoi genitori, che cosa ha fatto, come ha vissuto, la madre di Gesù.
Fra Felice Fiasconaro, racconta la vita di Maria.

di Antonio Gaspari | zenit.org | 26 maggio 2016

Lievito della vita
La Dormizione di Maria nei testi liturgici delle tradizioni siriache
La festa della Pasqua della Madre di Dio, il giorno 15 agosto, la sua morte e la sua piena glorificazione sono celebrate nelle Chiese orientali con grande solennità; festa preceduta anche da un periodo quaresimale di preparazione come avviene per la Pasqua di Cristo. Vogliamo in queste righe soffermarci, a modo di testimonianza, di comunione e di preghiera con e per i nostri fratelli cristiani in Iraq e nel prossimo Oriente, sui testi liturgici delle due tradizioni siriache, quella occidentale e quella orientale, testi che verranno cantati e pregati in questa festa, ma allo stesso tempo testi che in tante chiese in Iraq e nel prossimo Oriente non verranno più cantati né pregati.
di Manuel Nin,
osservatoreromano.va,
13/08/14

Maria profetessa apostolo e martire · La Presentazione del Signore in un’omelia di Severo di Antiochia Maria profetessa apostolo e martire ·
Il 2 febbraio di millecinquecento anni fa, nel 513, Severo di Antiochia tenne al suo popolo un’omelia nella festa dell’Ingresso del Signore nel tempio. È un testo che ha prevalentemente un carattere cristologico; e Severo si discosta dal testo del Vangelo di Luca, e rimane nella contemplazione della figura di Maria, la Madre di Dio; infatti i manoscritti danno l’indicazione: «Pronunciata nella memoria della santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria».
di Manuel Nin,
osservatoreromano.va,
01/02/14

Dalle «Lettere» di sant’Atanasio, vescovo
(Ad Epitetto 5-9; PG 26, 1058. 1062-1066)

Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana

Il Verbo di Dio, come dice l’Apostolo, «della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2, 16. 17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo Maria ebbe la sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo corpo e lo offrisse, in quanto suo, per noi.
Perciò la Scrittura quando parla della nascita del Cristo dice: «Lo avvolse in fasce» (Lc 2, 7). Per questo fu detto beato il seno da cui prese il latte. Quando la madre diede alla luce il Salvatore, egli fu offerto in sacrificio.
Gabriele aveva dato l’annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però non le disse semplicemente «colui che nascerà in te», perché non si pensasse a un corpo estraneo a lei, ma: «da te» (cfr. Lc 1, 35), perché si sapesse che colui che ella dava al mondo aveva origine proprio da lei.
Il Verbo, assunto in sé ciò che era nostro, lo offrì in sacrificio e lo distrusse con la morte. Poi rivestì noi della sua condizione, secondo quanto dice l’Apostolo: «Bisogna che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si vesta di immortalità» (cfr. 1 Cor 15, 53).
Tuttavia ciò non è certo un mito, come alcuni vanno dicendo. Lungi da noi un tale pensiero. Il nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò venne la salvezza di tutta l’umanità. In nessuna maniera la nostra salvezza si può dire fittizia. Egli salvò tutto l’uomo, corpo e anima. La salvezza si è realizzata nello stesso Verbo.
Veramente umana era la natura che nacque da Maria, secondo le Scritture, e reale, cioè umano, era il corpo del Signore; vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria è nostra sorella poiché tutti abbiamo origine in Adamo.
Ciò che leggiamo in Giovanni «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14), ha dunque questo significato, poiché si interpreta come altre parole simili.
Sta scritto infatti in Paolo: «Cristo per noi divenne lui stesso maledizione» (cfr. Gal 3, 13). L’uomo in questa intima unione del Verbo ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cielo.
Benché il Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è rimasta in se stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. E’ rimasta assoluta perfezione: Trinità e unica divinità. E così nella Chiesa si proclama un solo Dio nel Padre e nel Verbo.

Dal «Commento su san Luca» di sant’Ambrogio, vescovo (2, 19. 22-23. 26-27; CCL 14, 39-42)

La visitazione di Maria

L’angelo, che annunziava il mistero, volle garantirne la veridicità con una prova e annunziò alla vergine Maria la maternità di una donna vecchia e sterile, per dimostrare così che a Dio è possibile tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe udito ciò, si avviò in fretta verso la montagna, non perché fosse incredula della profezia o incerta dell’annunzio o dubitasse della prova, ma perché era lieta della promessa e desiderosa di compiere devotamente un servizio, con lo slancio che le veniva dall’intima gioia. Dove ormai, ricolma di Dio, poteva affrettarsi ad andare se non verso l’alto? La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze.
Subito si fanno sentire i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore. Infatti «appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei, ed ella fu ricolma di Spirito Santo» (cfr. Lc 1, 41). Si deve fare attenzione alla scelta delle singole parole e al loro significato. Elisabetta udì per prima la voce, ma Giovanni percepì per primo la grazia; essa udì secondo l’ordine della natura, egli esultò in virtù del mistero; essa sentì l’arrivo di Maria, egli del Signore; la donna l’arrivo della donna, il bambino l’arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute, essi nel seno delle loro madri realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse: e queste per un duplice miracolo profetizzano sotto l’ispirazione dei figli che portano.
Del figlio si dice che esultò, della madre che fu ricolma di Spirito Santo. Non fu prima la madre a essere ricolma dello Spirito, ma fu il figlio, ripieno di Spirito Santo, a ricolmare anche la madre.
Esultò Giovanni, esultò anche lo spirito di Maria. Ma mentre di Elisabetta si dice che fu ricolma di Spirito santo allorché Giovanni esultò, di Maria, che già era ricolma di Spirito santo, si dice che allora il suo spirito esultò. Colui che è incomprensibile, operava in modo incomprensibile nella madre. L’una, Elisabetta, fu ripiena di Spirito Santo dopo la concezione, Maria invece prima della concezione.
«Beata — disse — tu che hai creduto» (cfr. Lc 1, 45). Ma beati anche voi che avete udito e creduto: ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio e riconosce le sue opere.
Sia in ciascuno l’anima di Maria per magnificare il Signore; sia in ciascuno lo spirito di Maria per esultare in Dio. Se c’è una sola madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede, invece, Cristo è il frutto di tutti, poiché ogni anima riceve il Verbo di Dio, purché, immacolata e immune da vizi, custodisca la castità con intemerato pudore. Ogni anima, che potrà mantenersi così, magnifica il Signore come magnificò il Signore l’anima di Maria, e il suo spirito esultò in Dio salvatore.
Come avete potuto leggere anche altrove: «Magnificate il Signore con me» (cfr. Sal 33, 4), il Signore è magnificato non perché la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Cristo è l’immagine di Dio: perciò l’anima che compie opere giuste e pie magnifica l’immagine di Dio a somiglianza della quale è stata creata, e mentre la magnifica, partecipa in certo modo alla sua grandezza e si eleva.

Dai «Discorsi» di sant’Anselmo, vescovo (Disc. 52; PL 158, 955-956)

O Vergine, per la tua benedizione è benedetta ogni creatura

Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature che sono sottoposte al potere dell’uomo o disposte per la sua utilità si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo in certo modo risuscitati allo splendore che avevano perduto, e di avere ricevuto una grazia nuova inesprimibile. Erano tutte come morte le cose, poiché avevano perduto la dignità originale alla quale erano state destinate. Loro fine era di servire al dominio o alle necessità delle creature cui spetta di elevare la lode a Dio. Erano schiacciate dall’oppressione e avevano perso vivezza per l’abuso di coloro che s’erano fatti servi degli idoli. Ma agli idoli non erano destinate. Ora invece, quasi risuscitate, si rallegrano di essere rette dal dominio e abbellite dall’uso degli uomini che lodano Dio.
Hanno esultato come di una nuova e inestimabile grazia sentendo che Dio stesso, lo stesso loro Creatore non solo invisibilmente le regge dall’alto, ma anche, presente visibilmente tra di loro, le santifica servendosi di esse. Questi beni così grandi sono venuti dal frutto benedetto del grembo benedetto di Maria benedetta.
Per la pienezza della tua grazia anche le creature che erano negl’inferi si rallegrano nella gioia di essere liberate, e quelle che sono sulla terra gioiscono di essere rinnovate. Invero per il medesimo glorioso figlio della tua gloriosa verginità, esultano, liberati dalla loro prigionia, tutti i giusti che sono morti prima della sua morte vivificatrice, e gli angeli si rallegrano perché è rifatta nuova la loro città diroccata.
O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza. O vergine benedetta e più che benedetta, per la cui benedizione ogni creatura è benedetta dal suo Creatore, e il Creatore è benedetto da ogni creatura.
A Maria Dio diede il Figlio suo unico che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il Figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l’unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria. Dio creò ogni creatura, e Maria generò Dio: Dio, che aveva creato ogni cosa, si fece lui stesso creatura di Maria, e ha ricreato così tutto quello che aveva creato. E mentre aveva potuto creare tutte le cose dal nulla, dopo la loro rovina non volle restaurarle senza Maria.
Dio dunque è il padre delle cose create, Maria la madre delle cose ricreate. Dio è padre della fondazione del mondo, Maria la madre della sua riparazione, poiché Dio ha generato colui per mezzo del quale tutto è stato fatto, e Maria ha partorito colui per opera del quale tutte le cose sono state salvate. Dio ha generato colui senza del quale niente assolutamente è, e Maria ha partorito colui senza del quale niente è bene.
Davvero con te è il Signore che volle che tutte le creature, e lui stesso insieme, dovessero tanto a te.

Alla misericordia di Dio nulla è impossibile!
Nel giorno della consacrazione del mondo a Maria, Papa Francesco ha spiegato che con pazienza e tenerezza la Madonna ci porta a Dio e ci apre la strada verso la Misericordia
Citta’ del Vaticano, 12 Ottobre 2013 (Zenit.org) Redazione

Le virtù di Maria, piena di grazia
Sant’Alfonso Maria de Liguori descrive le qualità che eccelsero nella Madre di Dio
La Madre di Dio “ebbe tutte le virtù e tutte in grado eroico”. Lo scrive Sant’Alfonso Maria de’ Liguori nel libro Le Glorie di Maria, dove passa in rassegna le virtù che coronarono la Madonna.
Roma, 09 Ottobre 2013 (Zenit.org) Laura Guadalupi

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