Archivi per il mese di: settembre, 2016

Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti (Am 6, 1. 4- 7).

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In Italia boom di richieste per liberarsi dal diavolo, ma mancano gli esorcisti

Mai tante richieste di esorcismi, ma mancano gli «scaccia-diavoli».
Luca ha 15 anni ed è magro come un chiodo, ma quando ascolta la preghiera di liberazione ribalta scrivanie di marmo e grida in greco con voce da film horror. Don Mario ha una vocazione travagliata e da un anno è seguito da un confratello perché avverte una presenza malefica che lo induce all’autolesionismo. Mattia ha 4 anni, ed è come impazzito da quando il padre si «diverte» a organizzare sedute spiritiche con gli amici.

di Lorenzo Cresci & Giacomo Galeazzi | vaticaninsider.lastampa.it | 25 settembre 2016

Nel Paese della regina Tamar

Certamente, il viaggio in Georgia di Papa Francesco desterà grande interesse per un Paese ai più sconosciuto. Descriverlo non è facile, data la ricchezza della sua storia, cultura, geografia ma anche la drammaticità delle sue vicende, che videro l’epoca aurea del re Davide il Costruttore e della regina Tamar (XI-XIII secolo), ma anche ripetuti e pesanti tentativi di ingerenze e di conquiste da parte dei potenti vicini.

di Giovanna Parravicini | osservatoreromano.va | 24 settembte 2016

«Dove Dio piange», Gheddo si racconta

​Inviato molto speciale
S’intitola «Inviato speciale ai confini della fede. La mia vita di missionario giornalista» (pp. 224, euro 14) l’autobiografia di padre Piero Gheddo, Pime, per decenni direttore di «Mondo e Missione» e autore di oltre 100 libri, in uscita per Emi. Ne anticipiamo qui uno stralcio.

di Piero Gheddo | avvenire.it | 24 settembre 2016

Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

Guai agli spensierati di Sion
e a quelli che si considerano sicuri
sulla montagna di Samaria!
Distesi su letti d’avorio e sdraiati sui loro divani
mangiano gli agnelli del gregge
e i vitelli cresciuti nella stalla.
Canterellano al suono dell’arpa,
come Davide improvvisano su strumenti musicali;
bevono il vino in larghe coppe
e si ungono con gli unguenti più raffinati,
ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano.
Perciò ora andranno in esilio in testa ai deportati
e cesserà l’orgia dei dissoluti (Am 6, 1. 4 – 7).

La rivincita del SILENZIO

«Il silenzio favorisce la rinascita della dimensione spirituale che la modernità ha soffocato sotto la spinta del razionalismo» assicura Michel Maffesoli ad Avvenire. Classe 1944, Maffesoli è uno dei più originali sociologi francesi. Da anni indaga i tratti dell’epoca che emergerà dalle rovine della modernità. I segni di questo passaggio d’epoca sarebbero evidenti. Comunità, sacro, sentimento sostituiranno presto individuo, materialismo, ragione. A promuoverne la ricomparsa è quel silenzio che Maffesoli indaga in La parole du silence (Cerf, pp. 160, euro 18) e nel recentissimo Le virtù del silenzio (Mimesis, pp. 106, euro 8).

di Simone Paliaga | avvenire.it | 21 settembre 2016

Ortodossi-cattolici, sì al documento su Primato e Sinodalità

Il dialogo teologico tra cattolici e ortodossi sull’esercizio del primato e della sinodalità nella Chiesa va avanti adagio, ma non si ferma. La sessione di lavoro della Commissione mista di dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, svoltasi a Chieti dal 15 settembre a ieri sera, si è conclusa con l’approvazione unanime del documento intitolato «Sinodalità e primato nel Primo Millennio: verso una comune comprensione a servizio dell’unità della Chiesa», e focalizzato sull’esercizio del primato e della sinodalità nella Chiesa prima del grande scisma d’Oriente. Un risultato accolto con un applauso liberatorio dai membri della Commissione, dopo che la precedente sessione svoltasi ad Amman nel settembre 2014 era andata a vuoto, per le obiezioni poste da molti rappresentanti ortodossi a una bozza di lavoro non troppo dissimile da quella approvata ieri. Solo la delegazione della Chiesa ortodossa di Georgia – riferisce il comunicato diffuso alla fine dei lavori – ha espresso il suo disaccordo su alcuni passaggi del «documento di Chieti». Un dissenso che sarà richiamato in una nota del testo, quando esso verrà pubblicato.

di Gianni Valente | vaticaninsider.lastampa.it | 22 settembre 2016

La diocesi di Genova dalle origini a oggi

Negli ultimi vent’anni l’interesse e la ricerca sulla Chiesa genovese sono cresciuti e si è costituito un corpus di ricostruzioni storiografiche molto importanti: dagli studi sulle origini alle ricostruzioni degli ultimi due secoli.

di Luca Rolandi | vaticaninsider.lastampa.it | 13 settembre 2016

Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere» (Am 8, 4 – 7).

Sant’Ignazio e don Chisciotte

Pubblichiamo parte di un articolo uscito sulla Civiltà Cattolica.

Quali sono il tema e l’argomento di quest’opera? Prima di rispondere a questo interrogativo con le parole che lo stesso Cervantes scrive nel Prologo del libro, possiamo ricreare il contesto letterario dell’epoca, ricordando che — lo confessa nella sua Autobiografia sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù — era appassionato di libri cavallereschi. Come santa Teresa di Gesù. Conosce l’Amadigi di Gaula, il libro cavalleresco più famoso e originale della Spagna del secolo XVI, che Don Chisciotte aveva nella sua biblioteca. Questo e altri libri del genere avevano infiammato la mente e alterato il giudizio del nobiluomo della Mancia, «che dimenticò quasi del tutto la caccia e anche l’amministrazione del suo patrimonio».

osservatoreromano.va | 13 settembre 2016

Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». 
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”» (Lc 15, 1 – 32).

“Nessuno mi ha mai ricattato. Sono un debole, ma non un fallito”. Parla Benedetto XVI

In uscita domani “Ultime conversazioni”, il testamento spirituale del Papa emerito in cui ripercorre la gioventù, il Concilio, il pontificato, il rapporto con Francesco, fino alla storica rinuncia e l’attuale “preparazione” alla morte

di Cernuzio Salvatore | zenit.org | 8 settembre 2016

Francesco ci ricorda che la terra nasce dal mare e dal fuoco

I MORTI, le rovine, i funerali, le polemiche, i progetti di ricostruzione, l’assistenza: tutto è stato ormai vissuto dalle vittime del terremoto avvenuto in Abruzzo, in Umbria, nel Lazio di Rieti, in quella fascia dell’Appennino già messa più volte alla prova. Ora tocca all’azione ricostruttiva. I talenti ci sono, ma insieme ad essi si ripresentano anche varie e assai diffuse forme di malaffare, contro le quali ci vorrebbe una mente, un’esperienza ed una onestà a tutta prova.

di Eugenio Scalfari | repubblica.it | 4 settembre 2016

Dante e la misericordia

Dante Alighieri è stato non solo il più grande poeta italiano, che ha vissuto con intensa partecipazione la vita dei suoi tempi, ma aveva anche una straordinaria intelligenza teologica che, con piglio sicuro, si è addentrata nelle problematiche più alte della dottrina cristiana.

di Giovanni Battista Re | osservatoreromano.va | 3 settembre 2016

Il nuovo umanesimo di fronte alla fine

“La dignità del vivere e del morire”, il nuovo libro dell’arcivescovo Vincenzo Paglia

IL LIBRO che sto per recensire, edito da Piemme, è di 275 pagine intitolate “Sorella Morte” con il sottotitolo “La dignità del vivere e del morire”. L’autore è l’arcivescovo Vincenzo Paglia che è stato per molti anni il consulente ecclesiastico della Comunità di Sant’Egidio, ben nota per le sue opere di assistenza in Italia e all’estero. Una comunità molto diversa da tutte le altre che articolano la Chiesa nei suoi vari modi di rapportarsi alla società civile; forse quella che meglio risponde allo spirito cattolico, inteso nella sua essenzialità.

di Eugenio Scalfari | repubblica.it | 3 settembre 2016

Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza» (Sap 9,13-18).

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