Paolo VI, 43 anni dalla morte. Il giovane Montini si racconta / TESTO INEDITO
Mentre a Concesio, il paese natale nel bresciano, fervono i preparativi per la consueta settimana montiniana di settembre, anche quest’anno il «dies natalis» di Paolo VI, viene ricordato al Sacro Monte di Varese. Là dove una grande statua bronzea continua a parlarci di lui chino quasi ad abbracciare i pellegrini in cima alla strada delle cappelle: il monumento – voluto dall’arcivescovo Pasquale Macchi e realizzato da Floriano Bodini – che di san Paolo VI palesa la potente concezione della fede, fondamento di tutta la biografia, sino al materializzarsi – per lui – del pensiero alla morte. L’appuntamento è per oggi alle 16,45 nel Santuario di Santa Maria del Monte, dove monsignor Ettore Malnati – varesino di Bregazzana, ma da mezzo secolo a Trieste, dove oggi è vicario episcopale per il laicato e la cultura, autore di diversi libri su Montini e il Vaticano II – presiederà la Messa. Sarà l’occasione per rinnovare gratitudine al pontefice bresciano nel 43° anniversario della morte (era il 6 agosto 1978). E ancora una volta sarà richiamata – in questo luogo a lui così familiare – anche la figura di monsignor Pasquale Macchi che dell’arcivescovo Montini, poi Paolo VI, fu a lungo segretario particolare, ma ancor prima discepolo.
di Marco Roncalli | avvenire.it | 6 agosto 2021