Poretti: Caro Houellebecq «Sottomissione» a chi?
Normalmente nella vita mi guadagno da vivere occupandomi di comicità, però per diletto, nel tempo libero, sono attratto anche da cose tristi. Tipo i romanzi di Michel Houellebecq. Li ho letti tutti. Ho molto rispetto per i romanzi tristi. Quando si sta in compagnia con i personaggi dei suoi romanzi, diciamo all’incirca una settimana, perché se è vero che 280 pagine si leggerebbero in 5-6 ore, le atmosfere descritte da Houellebecq sono a volte così ripugnanti, fastidiosamente ciniche e ostentatamente depressive, che bisogna lasciare il libro a decantare, appoggiato sul tavolino che sta davanti alla tazza del wc.
di Giacomo Poretti,
avvenire.it,
11/02/15
Mercoledì 11 Febbraio 2015
LA SFIDA DEL RADICALISMO
Educazione religiosa: l’Europa ha scelto la privatizzazione, ma…
Michael Kuhn (Comece) spiega che tutto nasce dalla spinta alla laicità con la conseguenza di un insegnamento sempre più radicalizzato e sottratto allo sguardo pubblico. Occorre , invece, “condividere e scambiarsi tra gli Stati Membri le ‘best practice’ realizzate. Occorre incontrarsi e parlare su cosa possiamo fare per combattere la radicalizzazione, come educare alla tolleranza religiosa”
Maria Chiara Biagioni,
agensir.it
«Dio è morto»? Lo diceva PLUTARCO
Vorrei cominciare da Plutarco (Cheronea, 46/48 d.C. – Delfi, 125/127 d.C.) questo nostro cammino, non perché Omero, Esiodo, Sofocle, Platone, Aristotele, Tucidide, Aristofane, eccetera, non rappresentino l’immenso retaggio che ci ha lasciato la civiltà e il pensiero greco; ma perché Plutarco, più di altri, ci segnala – quando già il mondo ellenico è nell’orbita romana – che ciò che noi oggi, nel XXI secolo, viviamo è lì da sempre; che la secolarizzazione, il venir meno di oracoli e di tradizioni, di culti e di certezze, non è il frutto maligno dell’oggi, ma un millenario processo ch’egli già contemplava, con apprensione e distacco: «E veramente quanti rapimenti, lunghe erranze, e nascondimenti di Dei, quante fughe religiose raccontano le favole, o cantano gli Inni sacri, propriamente non appartengono agli Dei […], ma se ne fa memoria per celebrare il potere e le virtù loro» (Del venir meno degli oracoli, cap. III).
di Carlo Ossola,
avvenire.it,
11/01/15
E il lager decretò la resurrezione dei corpi
«Volti di cenere. L’espropriazione del corpo nei campi di sterminio» è il titolo dell’intenso volumetto che Piero Stefani (nella foto) edita in questi giorni nella collana di testi brevi «Sguardi» di Edb (pp. 64, euro 6,50). Lo storico del pensiero ebraico all’università di Ferrara, nonché docente di ebraismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale a Milano e presidente dell’associazione «Biblia», vi rielabora due capitoli del suo volume del 1988 «Il nome e la domanda. Dodici volti dell’ebraismo» (Morcelliana). Ne riprendiamo in questa pagina il brano su «La violenza, il corpo e la testimonianza», dedicato a una profonda riflessione sul senso del corpo proprio nel luogo che mirava solo alla sua distruzione: Auschwitz.
di Piero Stefani,
avvenire.it,
10/01/15
Guardini, il fuoco dell’educatore
Quando il dibattito sull’educazione scivola sulle facili etichette di ‘bamboccioni’ o di ‘sdraiati’ per descrivere l’universo giovanile, con scarsa autocritica da parte di genitori e/o insegnanti o intellettuali da salotto, allora è d’obbligo rispolverare un autore a lungo dimenticato. Già, perché Romano Guardini (18851968), teologo e filosofo tra i più stimati del Novecento, gode soltanto oggi di una certa riscoperta.
di Antonio Giuliano,
avvenire.it,
03/01/15
La psicologia religiosa soccorre anche uomini e donne di Chiesa
Leslie J. Francis, pastore anglicano e docente all’Università di Warwick (Regno Unito): “Chi ha maturato un’idea di Dio sbagliata, può sviluppare un’idea sbagliata di sé e degli altri. La tradizione cristiana ha sempre mantenuto un equilibrio tra una visione di Dio orientato alla ‘misericordia’ e un Dio votato alla ‘giustizia’ e al ‘giudizio’. Questo equilibrio è cruciale per un corretto sviluppo umano”
di Maurizio Calipari | agensir.it | Mercoledì 26 Novembre 2014
Vivere come se Dio non esistesse, alla presenza di Dio
Una seconda lettera ‘aperta’ al prof. Umberto Veronesi
Caro Professore,
Come promesso, rieccomi a parlare del secondo punto, quello in cui ci regala un’istantanea del suo mondo da medico, portandoci precisamente in sala operatoria dove racconta dell’affidamento commovente che il paziente fa della sua vita nelle sue mani. Al riguardo scrive: «E tu, chirurgo, non puoi pensare che un angelo custode guidi la tua mano quando incidi e inizi l’operazione, quando in pochi istanti devo decidere cosa fare, quando asportare, come fermare un’emorragia».
Mi permetta di dire con un sussulto: Grazie a Dio che non aspetta l’angelo custode! Si immagini che ansia aspettarsi le istruzioni criptate di un angelo per muoversi. Io neanche a tagliarmi le unghie faccio affidamento sul mio angelo custode. Sono convinto che gli angeli non siano così pratici di utensili. Poi immagino la difficile coordinazione tra ali e mani. Inoltre, dato che non si prevede «né malattia né morte» in Cielo, credo che non abbiano facoltà di medicina lassù. Per cui, da credente, le dico: si fidi, fa benissimo a operare così e ha tutto il mio sostegno a non distrarsi con l’angelo custode mentre opera.
Roma, 22 Novembre 2014 (Zenit.org) Robert Cheaib
Quando Dio muore di cancro…
Una risposta a Umberto Veronesi
Caro e stimato prof. Veronesi,
Come tanti, ho letto l’articolo sul suo nuovo libro, dove fa l’affermazione che «il cancro, come Auschwitz, è diventato la prova della non esistenza di Dio» e dove dichiara che «non può pensare che un angelo custode guidi la sua mano quando incide e inizia l’operazione».
Roma, 21 Novembre 2014 (Zenit.org) Robert Cheaib
Cuore: il luogo della lotta invisibile
Il cuore è un organo che sta al centro del nostro corpo e che nella sua dinamica biologica pulsa per inviare il sangue fino alla periferia del nostro essere. Il cuore, che segna la nostra vita ma anche la nostra morte, non è solo un organo fisiologico del nostro corpo, ma è per noi anche un simbolo sempre eloquente, perché con questa parola ci riferiamo a una realtà molto più ampia di un muscolo decisivo per la nostra vita. Sì, il cuore è da noi sentito come l’organo centrale della vita interiore, come la fonte delle espressioni multiformi della vita spirituale, e per questo è situato, per così dire, nell’’io profondo’. Mi si permetta anche una osservazione che può stupire: il cuore è l’unico organo del corpo che non è invaso dalla proliferazione di un cancro. Non è già questo un mistero o, se si vuole, un enigma?
di Enzo Bianchi,
avvenire.it,
02/11/14