Domande proibite

Solo i bambini non provano imbarazzo a parlare di Dio

Avete mai notato come tutto quello che appartiene al campo della credenza in Dio, delle pratiche religiose, della fede sia divenuto nel tempo una questione quanto mai privata? Come mai è considerata un’intrusione nella sfera del personale, dell’intimo, chiedere a un amico, a un amante, a un familiare se crede in Dio o se va a messa o in sinagoga o in moschea nei giorni di festa? Lo scrive Anna Foa aggiungendo che gli unici che possono ancora porre legittimamente queste domande sono i bambini, che infatti ti rivolgono tranquillamente le domande “proibite”: Sei ebrea? Credi in Dio? Festeggi il Natale?

osservatoreromano.va | 22 febbraio 2016